Non tutti sanno che la cinta muraria a blocchi poligonali che circonda il centro storico della città di Orbetello, unica nel suo genere perché, prima dei riporti effettuati all’indomani della seconda Guerra Mondiale, sorgeva direttamente dalle acque della laguna. Il circuito murario visibile ha una lunghezza di circa 1967 metri e la sua costruzione viene fatta generalmente risalire al IV secolo a.C. circa, nel periodo del massimo sviluppo di Orbetello in epoca etrusca.
Con il progetto Le Antiche Mura “etrusche” di Orbetello, il Circolo Culturale orbetellano Gastone Mariotti unito ad un gruppo di associazioni della costa d’Argento, con il supporto e la collaborazione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena Grosseto ed Arezzo, gli enti pubblici competenti oltre a diversi sponsor tra cui il Comune di Orbetello e Banca Tema, si pone l’obiettivo di approfondire la storia del manufatto, divulgarne la conoscenza, promuoverne il restauro, la messa in sicurezza e la valorizzazione per scopi turistico culturali.
Il progetto si articola su tre fasi:
La prima di tipo conoscitivo;
La seconda di tipo divulgativo;
La terza di tipo progettuale e valorizzativo.
Fase 1 acquisizione della conoscenza storica.
Partito quasi un anno fa, Il progetto ha già organizzato una “Tavola Rotonda” nel mese di settembre 2017, a cui hanno partecipato i massimi esperti universitari del settore. Attualmente stiamo lavorando alla pubblicazione della carta dei ritrovamenti archeologici del centro storico di Orbetello che ci consentirà di definire i punti ove effettuare delle prospezioni nel terreno e nella laguna per verificare la possibile esistenza di reperti archeologici.
Fase 2 di tipo divulgativo.
Stiamo lavorando alla pubblicazione degli atti del convegno, ma abbiamo intenzione di organizzare delle conferenze per portare a conoscenza della cittadinanza lo stato di avanzamento del progetto.
Fase 3 Messa in sicurezza e valorizzazione:
Abbiamo ultimato il rilievo fotogrammetrico della porzione di muro, sulla laguna di levante (130 m) che termina alla polveriera Guzman. Di questo tratto abbiamo realizzato un modello digitale di cui conosciamo le coordinate spaziali e le dimensioni dei singoli blocchi. Abbiamo anche rilevato alcuni spanciamenti che sono stati documentati la cui staticità può essere verificata costantemente nel tempo.
Questo lavoro ci apre nuovi scenari per la definizione puntuale e dettagliata degli interventi futuri di restauro e valorizzazione perché ci consente di analizzare metro per metro la reale situazione della parte rilevata risparmiando tempo e risorse.