A ciascuno il compito di trarre le proprie conclusioni
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Diportisti sul piede di guerra
TENSIONE sulla vicenda dei pontili di Santa Liberata. Riunione infuocata dell’Associazione diportisti di Orbetello, che traccia le linee per il confronto con l’amministrazione comunale senza escludere, al momento come extrema ratio, il ricorso al Tar contro l’avviso di gara pubblicato dalla giunta. Le perplessità sono sia di ordine normativo sia tecnico e, non ultimo, economico. «L’avviso di gara — spiegano dall’Ado — sancisce una situazione di assoluta ordinarietà e quindi la necessità di realizzare i pontili d’ormeggio, anche se provvisori, ottemperando a tutte le normative vigenti. Ciò significa che ciascuno dei vincitori della gara dovrà richiedere un permesso a costruire il proprio pontile corredando la richiesta con un progetto». Se provvisori, i pontili dovranno essere smontati dopo 120 giorni, il che influisce in modo determinante sui costi. «Ciò rende di fatto impraticabile — dicono dall’Ado — la soluzione costruttiva in pali e legname indicata nell’avviso di gara e fa dell’installazione di pontili galleggianti l’unica soluzione ragionevole».
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«Piazzeremo le barche davanti al municipio» Orbetello, esplode la rabbia dei diportisti del canale di Santa Liberata che minacciano di occupare la piazza se il Comune non fa dietrofront
di Claudia Della Verde ORBETELLO Una provocazione, una spettacolare occupazione dello spazio di fronte al municipio. «Metteremo le nostre barche di fronte al Comune». È l’ennesima prova di forza dei diportisti orbetellani, che «stanchi di un’amministrazione indecisa sulle loro sorti», hanno deciso di passare alle maniere forti. Dopo la minaccia di un ricorso al Tar per impugnare il contestato “bando” redatto dagli inquilini del palazzo comunale per l’assegnazione dei posti barca nei canali di Santa Liberata, Albegna e Talamone, l’associazione passa alla linea dura e annuncia una manifestazione in grande stile, fatta di veri e propri mezzi ingombranti che occupino la piazza del municipio. L’idea è quella di portare barche, gommoni, canotti e qualsiasi mezzo galleggiante in piazza del Plebiscito, a Orbetello, per lanciare un messaggio chiaro. «Se non possono stare in acqua, ve le portiamo in Comune». Ancora incertezza sulle date, che saranno discusse con il direttivo e altri esponenti del diporto “infuriati” provenienti dalle realtà di Albinia e Talamone, nel corso della settimana. Le intenzioni, però, non sembrano affatto mancare. «Abbiamo già inoltrato richiesta in Prefettura, Questura e interpellato i carabinieri di Orbetello per sapere come comportarci – spiega Francesco Sabatini, presidente Ado – Dovevamo farla il 26 maggio, ma poi non ce la siamo sentita. Se non ci saranno novità entro il fine settimana passeremo all’azione insieme ai rappresentanti del diportismo delle frazioni coinvolte». Ma l’intraprendenza di coloro che hanno gestito per undici anni gli ormeggi di Santa Liberata non si chiude qua. Ieri è stata presentata un’istanza indirizzata al sindaco, con cui si richiede di poter gestire il diporto sociale nel canale lagunare. «Siamo stanchi delle promesse – prosegue Sabatini- Ogni atto, tra l’altro illegittimo a nostro parere, che va ad aggiungersi alla prima stesura del bando, non fa che aumentare la confusione». Unica soluzione plausibile, secondo il capofila della protesta, è quella in cui amministratori e tecnici facciano un passo indietro e rinnovino l’ordinanza per assicurare il posto barca ai propri cittadini. «Che qualcuno ci butti la faccia e ritiri il bando Ci si impegni per costruire qualcosa di buono e preciso in vista del 2013». Rivolgendosi al sindaco e alla sua intenzione di inoltrare un messaggio che ribadisca il concetto di legalità e trasparenza, il presidente Ado conclude: «ci sentiamo offesi, non siamo filibustieri e abbiamo sempre garantito ai nostri associati la trasparenza, la sicurezza e la legalità di cui Paffetti parla tanto». Dalle stanze comunali, nel frattempo, un’altra fumata nera. Ieri la giunta ha affrontato i nodi gestionali degli approdi, ma per pronunciarsi attende l’ufficialità degli atti.
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L’opposizione a 360° Dalle sagre all’Imu infuria la polemica
ORBETELLO Ancora un attacco sul regolamento delle sagre deciso dal Comune. La nuova tassa sulla casa che non finisce di infuriare; i mille problemi legati al diportismo, e molto altro. La minoranza attacca a 360º la maggioranza di Orbetello. Sagre, Imu e diportismo. Sono questi i temi che fanno scaldare di più l’opposizione orbetellana, impegnata nella battaglia contro le decisioni della giunta di Monica Paffetti a colpi di post su internet, commenti al vetriolo e comunicati stampa. Prima a farsi avanti è Michela Paolini, ex assessore alla cultura nel precedente mandato di Altero Matteoli e coordinatrice provinciale del Pdl. La Paolini ricorda al primo cittadino di non appartenere più alla minoranza e la invita a non doversi giustificare sulle proprie scelte politiche. Su cosa? Il suo monito è rivolto, in particolar modo, alle ultime dichiarazioni in cui la Paffetti aveva paragonato la nuova imposta Imu alla vecchia Ici. «Il sindaco – attacca oggi la Paolini – ancora insiste nel compiere un paragone errato e improponibile tra la vecchia Ici e l’Imu attuale, che la sua giunta ha deciso di non diminuire 2 ma di lasciarla al 4 per mille, e che, con una rivalutazione del 60 %, significherà pagare il 6,4 per mille». L’ex amministratore non si ferma qui ma prosegue spiegando che «è tragico poi che si motivi la stangata di tasse sui cittadini riferendo il dato Ici 2007 e non quello 2008 quando l’Ici era al 5,4 e non al 5,9». Annunciando una “mattanza di tasse”, la coordinatrice dipinge infine uno scenario in cui un cittadino orbetellano si troverà a pagare, su un piccolo fondo commerciale con rendita di 1500 euro, un minimo di 658 euro, differenti dalle precedenti 374. Ma l’onda degli “indignati” non si chiude qua. Proprio in riferimento alle ultime notizie sugli accordi presi tra amministrazione lagunare e associazione diportisti, un’altra vecchia gloria della politica locale vuole dire la sua, ponendo all’attenzione degli inquilini di piazza del Plebiscito non pochi interrogativi sul bando di ultima pubblicazione. «Nutro forti dubbi sulla possibilità che questo accordo possa dare risultati e risposte al diportismo sociale del nostro Comune», spiega Pietro Carotti, consigliere della giunta Matteoli-Rolando Di Vincenzo – partendo dal bando individuale in cui si chiede la presentazione del modello Isee. Quale è il motivo? I criteri di scelta quali sono? Chi fa domanda e ha un Isee alto verrà scartato? E ancora, a chi viene accolta la domanda? Come deve comportarsi per costruire il suo attracco o pontile? Deve ricorrere ad un tecnico e presentare un progetto? La soluzione dei pontili galleggianti, che sembra i nostri amministratori abbiano trovato, sarà sul lato Frecciolosa o sul lato di Monte Argentario?» E ancora: sul lato Monte Argentario occorre una variante al regolamento urbanistico? E quali sono i tempi, ammesso che sia possibile? Per ultimo, si fa per dire, un altro tema considerato più che scottante in Laguna: il sempreverde e bollente argomento sagre. Vista la recente revisione del regolamento, datato 2007, e le restrizioni date alle associazioni sportive con l’inserimento di un nuovo criterio di “premialità”, le prime manifestazioni enogastronomiche sul territorio lasciano largo spazio alla polemica. Proprio di questi ultimi giorni è il volantino che sponsorizza la “sagra del pesce Povero”, organizzata dall’Us Albinia nei giorni del ponte a ridosso del 2 giugno e per il week end successivo. Naturale che, sul social network più diffuso, scoppi la bufera: “Ecco i primi risultati – marchette del nuovo regolamento delle sagre del Comune di Orbetello”, commenta un altro membro Pdl, seguito da un nutrito numero di sostenitori che si scaldano contro un tema che, c’è da giurarci, non ha esaurito i suoi colpi. (c.d.v.)
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Blitz della gente di mare le barche agli ormeggi Indecisioni e attesa infinita, alla fine ha vinto l’esasperazione dei diportisti «Tengo il guzzo qui da 60 anni, ma c’era stato un caos di questo genere»
TALAMONE»LO SCONTRO SUL CANALE
di Sabino Zuppa TALAMONE La gente di mare, si sa, è speciale ed è avvezza all’ospitalità: prende a cuore le situazioni, tollera, aspetta finchè è possibile. Ma ieri mattina i talamonesi hanno detto basta e dopo mesi di chiacchiere che continuavano a tenere guzzi e lance fuori dall’acqua hanno deciso di forzare l’entrata del “fossino” ed hanno riportato all’ormeggio le loro barche. Un atto forte, ma dettato dal bisogno di tornare ad interagire con il mare, quell’essenza che fa parte integrante di persone nate e cresciute a contatto con l’acqua. Nessuno capisce infatti come sia possibile, dopo mesi di chiacchiere e promesse, che il sindaco e la giunta di Orbetello non abbiano capito che continuare ad impedire ad un uomo di mare di poter uscire in barca è un grave atto di lesione della libertà personale: come tenere un uccello selvatico in gabbia od obbligare un agricoltore a vivere in un centro metropolitano. E la motivazione sembra essere sempre la stessa: la ricerca della legalità, una ricerca cominciata palesemente all’ultimo momento e collegata all’ormai proverbiale cambio della “macchina amministrativa comunale” che ormai, ai più, appare come un motore diesel di vecchia generazione. Ma il bello è che in questa pseudo crociata del sindaco Monica Paffetti si è emesso un bando senza aver interpellato i tecnici e tutti gli enti competenti, un bando viziato da una serie di errori materiali. Infatti il 14 maggio usciva la proposizione di gara quando la conferenza dei servizi sulla questione era stata programmata per il giorno 24: una conferenza cui sembrerebbe anche che non tutti gli enti interessati siano stati invitati e soprattutto un incontro che ha sancito varie incongruenze segnalate dai tecnici della Guardia Costiera, mai interpellati fino a quel momento. Non a caso sabato mattina, sia l’assessore al demanio Martellini che il funzionario dell’ufficio demanio Mastrodonato sono stati visti uscire dall’ufficio della delegazione costiera di Talamone, evidentemente spinti dalla necessità di integrare la documentazione necessaria per l’atto in questione. Ma in pratica, la frittata è già fatta, ed ora l’amministrazione tenta di correre a ripari: ma siamo alla fine di maggio e fra fogli, carte bollate e graduatorie non si sa dove si andrà finire, forse in estate inoltrata o forse mai. L’atto di forza dei “lupi di mare”, della gente di Talamone esasperata dall’attesa di qualcosa che non si bene quando arriverà, era nell’aria da giorni, sospinto da settimane di attesa e sopportazione in cui molte sono state le voci che si sono susseguite. E così a Talamone persone, anche anziani, che dal dopoguerra ormeggiavano nello stesso punto sono state ridotte ad aspettare i tempi infiniti della burocrazia: «Sono da sessant’anni che la mia famiglia ormeggia nella stesso punto – ci dice un uomo di mezza età – tre anni fa con la prima ordinanza ci dissero che si doveva pagare 50 euro e si sarebbe stati meglio. L’anno dopo ci dissero che le barche si mettevano ad aprile e si pagavano 100 euro. Poi a maggio e si pagavano 200, ma era per il nostro interesse: e quest’anno ancora siamo fuori e poi vogliono sapere anche quanto guadagna il mio babbo e il mio fratello per darmi il posto barca. Non se ne può più». Dunque animi molto surriscaldati e questioni d’ordine pubblico dietro l’angolo: ed oltretutto nessuno sa cosa più sperare. Aspettare che il Comune trovi un improbabile soluzione o che la competenti autorità marittime ci mettano una pezza e tutelino almeno la popolazione: e c’è chi già fa appello a San Bernardino, il santo patrono dei lupi di mare che è forse rimasto l’unico a poter fare qualcosa.
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GLI ALTRI APPRODI Tutto il settore è in ginocchio verso un ricorso al Tar
TALAMONE Pastiggio ormeggi servito in grande stile, in tutto il comune di Orbetello, perché oltre alla presa di posizione degli abitanti di Talamone c’è anche da valutare la situazione degli altri due approdi, Santa Liberata e l’Albegna, dove le cose non vanno di certo in maniera migliore. Non a caso ieri mattina, nel paesino caro a Garibaldi sono convenuti anche alcuni rappresentanti dell’Associazione Diportisti Orbetello che hanno voluto portare una nota di solidarietà ai colleghi talamonesi e che nel corso dell’incontro, sul ponticino del fosso scolmatore hanno scambiato opinioni e parole con i locali, gettando le basi per una possibile manifestazione. Il pasticcio a Santa Liberata sembra essere ancora più grave tanto che si ipotizzano ricorsi al Tar, anche se la convinzione di essere entrati in “cul de sac” è sempre più forte: venerdì durante l’assemblea dell’Ado a Orbetello gli animi si sono surriscaldati, anche perché le alternative cui ci si trova davanti sono quanto meno rocambolesche. Dopo che sono state tolte le tavole delle vecchie passerelle, le alternative sono due: o acquistare dei pontili galleggianti ad un prezzo di circa 200 mila euro da suddividere tra tutti soci, senza nessuna garanzia o intraprendere la strada dell’autorizzazione temporanea stagionale dei vecchi tavolati di ormeggio per la quale sembrerebbero necessari almeno quattro mesi (e meno male che il regolamento avrebbe dovuto guarire tutti i mali). Dunque un muro invalicabile per la fruizione del canale le cui fondamenta sembrano essere state create proprio dal Comune: il sindaco Monica Paffetti con un suo ordine di servizio avrebbe incaricato un funzionario dell’urbanistica di ispezionare la situazione e fare relativo verbale. Un verbale in cui non si sarebbe potuto esimere dall’ufficializzare l’esistenza di quelle passerelle che c’erano da 10 anni: giusta quindi la scelta dell’Ado di rimuoverle, pena una responsabilità penale non certamente meritata. Tale scelta ha rischiato poi di creare ulteriore attriti con l’associazione argentarina Adma, che ha visto la cosa come un atto di ostruzionismo. Ma il bello è che solo pochi giorni fa, l’assessore al demanio Martellini aveva assicurato che la scelta dei diportisti orbetellani era stata autonoma. Difficile capire dove stia la verità: eppure il diportismo potrebbe sembrare un problema piccolo, ma coinvolge tante famiglie in un territorio toccato per tre quarti dall’acqua. Senza contare che la nautica è insieme al turismo uno dei motori portanti dell’economia locale: le barche sono ancora nei rimessaggi, le ditte non riscuotono finché non si va in mare. In un periodo di crisi si gioca sulla pelle della gente. (s.z.)
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Orbetello Santa Liberata, i dubbi dei diportisti
ORBETELLO Venerdì sera si è svolta un’assemblea straordinaria urgente indetta dal consiglio direttivo dell’Associazione diportisti orbetellani per fare il punto sulla situazione degli ormeggi di S. Liberata. Il consiglio direttivo ha informato i soci sui contatti, ormai continui, con l’amministrazione comunale e ha espresso tutte le proprie perplessità sulla reale possibilità di mettere le barche in acqua in base all’attuale avviso di gara. Le perplessità sono sia di ordine normativo che tecnico ed economiche. L’avviso di gara sancisce di fatto una situazione di assoluta ordinarietà, e quindi la necessità di percorrere il cammino per la realizzazione dei pontili d’ormeggio – ancorchè provvisori – ottemperando completamente a tutte le normative vigenti. Ciò significa che ciascuno dei vincitori della gara dovrà richiedere un permesso a costruire il proprio pontile corredando la richiesta con un progetto. I consiglieri dell’Ado hanno sottolineato in assemblea che l’amministrazione nel corso degli incontri ha più volte ribadito che vorrebbe una interfaccia unico che si preoccupi di “armonizzare” il progetto complessivo, si chiedono però quale siano gli strumenti normativi per fare ciò, anche in considerazione del fatto che nell’avviso di gara non si fa alcun accenno a questo aspetto. Sono stati portati in discussione anche altri aspetti che hanno contribuito a scaldare l’ambiente: i costi di realizzazione di pontili che per il loro carattere temporaneo dovrebbero essere smontati dopo 120 giorni. Ciò rende di fatto impraticabile anche economicamente la soluzione costruttiva in pali e legname indicata nell’avviso di gara e, come riconosciuto da alcuni degli interlocutori dell’amministrazione, fa dell’installazione di pontili galleggianti l’unica soluzione ragionevole. Ma anche questa soluzione, fanno notare i consiglieri, non è prevista dall’avviso di gara. Il consiglio direttivo dell’Associazione diportisti ha proposto alcune iniziative per uscire dall’empasse in cui si ritrovano i diportisti, dalla conferenze stampa, alla manifestazione da organizzare per la settimana prossima fino, come estrema ratio, al ricorso al Tar (peraltro già pronto ed in attesa solo del via libera) per impugnare l’avviso di gara. L’assemblea si è chiusa con l’impegno da parte dell’Ado ad aggiornare di nuovo i soci al più presto.
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I diportisti minacciano un ricorso al Tar Santa Liberata, riunione di fuoco tra ormeggiatori. Contestato il bando per l’assegnazione dei pontili
ORBETELLO Non sembrano bastare i molti tavoli di concertazione, tra Comune lagunare e associazione diportisti orbetellana, per fugare i dubbi di questi ultimi sul bando per l’assegnazione degli ormeggi in località di Santa Liberata. Risale alla sera del 25 maggio la notizia di un’assemblea particolarmente movimentata tra i membri Ado, nella quale sono stati discussi temi bollenti tra cui un eventuale ricorso al Tar. Il Consiglio Direttivo, oltre a informare i soci sui contatti, ormai continui, con gli esponenti della giunta di centrosinistra, ha espresso tutti i propri interrogativi riguardo alla reale possibilità, sulla base dell’attuale avviso di gara, di poter mettere le barche in acqua. Ma quali sono i problemi che turbano in particolar modo gli iscritti? Si tratta di questioni sia di ordine normativo, che tecnico ed economico. «L’avviso di gara sancisce di fatto una situazione di assoluta ordinarietà, e quindi la necessità di percorrere il cammino per la realizzazione dei pontili d’ormeggio, ancorché provvisori, ottemperando completamente a tutte le normative vigenti», scrivono i diportisti. Ciò significa che ciascuno dei vincitori della gara dovrà richiedere, individualmente, un permesso a costruire il proprio pontile corredando la richiesta con un progetto. La confusione dell’Ado aumenta se si pensa poi che, nel corso degli incontri con la giunta, quest’ultima avrebbe più volte manifestato tutta la propria volontà di rapportarsi con un’unica interfaccia, che si preoccupi di “armonizzare” il progetto complessivo. La domanda, a questo punto, sorge legittima: «Quali sono gli strumenti normativi per fare ciò, anche in considerazione del fatto che nell’avviso di gara non si fa alcun accenno a questo aspetto?» Ma gli argomenti portati in discussione non si esauriscono qua. Particolare interesse suscita anche la parte economica, quella relativa ai costi di realizzazione di pontili, che i diportisti intendono accollarsi, e cheper il loro carattere temporaneo, dovrebbero essere smontati dopo 120 giorni. «Ciò – proseguono – rende di fatto impraticabile anche economicamente la soluzione costruttiva in pali e legname indicata nell’avviso di gara e, come riconosciuto da alcuni degli interlocutori dell’amministrazione, fa dell’installazione di pontili galleggianti l’unica soluzione ragionevole». Proprio per questo le “uscite di sicurezza” dell’agguerrita associazione non sono mancate. Per uscire dall’empasse l’Ado ha portato all’attenzione dei soci alcune iniziative da promuovere, tra cui conferenze e manifestazioni ma, in estrema ratio, appare tra le opzioni il ricorso al Tar, peraltro già predisposto ed in attesa del via libera, per impugnare il contestatissimo avviso di gara. Il segnale che le acque non fossero troppo calme ha avuto una nuova conferma. Starà adesso agli assessori preposti, e ai tecnici comunali, formulare una risposta quanto più esaustiva. Claudia Della Verde